Strappo muscolare
Che cosa è?
Lo strappo o distrazione muscolare è un tipo di lesione che causa la rottura di alcune fibre di cui è composto un muscolo. In relazione al numero di fibre coinvolte, gli strappi muscolari si possono classificare usando una scala di gravità composta da tre gradi.
Grado I:
- Micro-rottura di qualche fibra muscolare
- Dolore locale di dimensioni ridotte
- Rigidità e possibile crampo posteriormente alla coscia
- Leggero dolore con l’allungamento o l’attivazione muscolare
- Rigidità che può scomparire durante l’attività ma ritorna dopo l’attività
- Minima perdita di forza
Grado II:
- Moderata rottura delle fibre ma muscolo ancora intatto
- Dolore locale in un’area maggiore del grado 1
- Più dolore del grado 1 con attivazione e stretching
- Rigidità, debolezza e possibile livido
- Limitata abilità nel camminare soprattutto tra 24 e 48 ore post-infortunio
Grado III:
- Completa rottura del muscolo
- Diffusi gonfiore e sanguinamento
- Possibile massa palpabile di tessuto muscolare al sito di lesione
- Estrema difficoltà o impossibilità a camminare
Quali sono le cause?
I fattori principali a tutte le lesioni muscolari sono la mancanza di un’estensibilità adeguata, la debolezza muscolare e lo squilibrio nella forza delle varie componenti (anteriore/posteriore, destro/sinistro), la mancanza di resistenza e il ridotto controllo neuromuscolare. Altri fattori possono essere la mancanza di un adeguato riscaldamento, le condizioni generali di un individuo e l’affaticamento muscolare.
Quali sono i sintomi?
La maggior parte delle lesioni si manifesta in maniera acuta durante un gesto atletico impegnativo (sprint, salto, calcio e cambio di direzione), con un dolore improvviso nella parte muscolare coinvolta. In genere la descrizione è quella di aver sentito una sorta di schiocco e avvertito un dolore che impedisce la prosecuzione dell’attività svolta. Le lesioni più lievi sono descritte spesso come una tensione o una stretta nella parte muscolare coinvolta durante l’esercizio, in questo caso il sintomo non impedisce la prosecuzione dell’esercizio, ma successivamente si intensifica.
Come guarisce?
Il processo di guarigione comprende tre fasi:
- la fase infiammatoria che inizia immediatamente dopo la lesione e dura per 3-5 giorni;
- la fase di proliferazione che può in parte sovrapporsi alla fase infiammatoria e durare fino a qualche settimana. Durante questa fase le cellule satelliti contribuiscono a riparare il danno alle fibre muscolari;
- la fase di rimodellamento può continuare fino ai 2 anni successivi, è caratterizzata dalla formazione finale di collagene per consentire il supporto del sito di lesione.
La prognosi di una lesione muscolare è varia e dipende da diversi fattori. Il ritorno allo sport avviene mediamente tra i 3 e i 28 giorni. Il decorso clinico dipende dall’estensione e dalla natura del danno muscolare in quanto nelle lesioni lievi vengono danneggiate solo le miofibrille, mentre nelle lesioni più importanti le forze tensili e di taglio provocano una rottura anche di fascia, lamina basale e vasi sanguigni.
Cosa fare?
In caso di sospetto di una lesione muscolare, alcune indagini cliniche come ecografia e risonanza magnetica sono utili per definire la localizzazione e il grado di lesione. In fase acuta generalmente si adottano delle misure che consistono in:
- protezione della zona interessata per non esporla a successivi traumi diretti involontari;
- adattare il corretto carico corporeo in base all’entità dell’infortunio, che permette di accelerare notevolmente i tempi di recupero e ridurre al minimo la percentuale di complicanze;
- evitare il riposo assoluto;
- applicare il ghiaccio al bisogno per gestire il dolore;
- applicare una compressione mediante un bendaggio funzionale;
- quando distesi elevare la zona colpita per favorire il drenaggio dei liquidi causati dalla rotture delle fibre muscolari;
- evitare l’assunzione di antinfiammatori per non ritardare il normale processo di guarigione.
L’obiettivo primario della riabilitazione è quello di tornare a svolgere l’attività al livello pre-lesione e con il minimo rischio di re-infortunio possibile. Per questo motivo è importante lavorare sui fattori modificabili associati al rischio di re-infortunio, primi fra tutti la debolezza, la mancanza di resistenza e il ridotto controllo neuromuscolare. Non c’è un programma di esercizi standardizzato per le lesioni muscolari, bisogna impostare il percorso in base alla persona (età, condizioni generali e causa della lesione) e ai suoi obiettivi (attività svolta e ruolo). In linea generale le evidenze recenti supportano l’utilizzo dell’esercizio eccentrico, isometrico e del’ training neuromuscolare dato che dopo l’infortunio c’è una riduzione della forza, della resistenza, della propriocezione e del controllo muscolare.
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